CRISI DELLA COPPIA

12.08.2015 11:05

L’argomento che oggi affronteremo tratta la crisi di coppia, motivo da cui nessuna coppia può eludere,  poiché quando due persone si uniscono, esiste la probabilità che si riscontrino delle crisi. Accade frequentemente che quelle che parevano le particolarità del partner, le stesse per cui si era scelto, si tramutino nella facciata negativa del proprio compagno; si viene a percepire quell’elemento distintivo che da principio era positivo al sommo contrario, valutandolo insostenibile. Un esempio può essere quello in cui si prende il partner che fa sorridere, il "simpaticone", ma tale qualità poi può divenire la ragione dello stallo, in quanto viene identificata come faciloneria. Il punto cardine sta nel come si vive e si oltrepassa la crisi, la quale può altresì apparire come uno stimolo di crescita personale e di apprendimento di nuovi comportamenti.

Froma Walsh (1992) ha elencato alcune delle motivazioni per cui una coppia entra in crisi.

Secondo Froma Walsh prima di tutto è fondamentale inquadrare il concetto di crisi e difficoltà, sostenuti dai sistemi familiari, secondo due visioni:

– la prima, vuole smascherare la favola che la salute familiare corrisponda con la mancanza di difficoltà; tutte le famiglie si trovano ad affrontare delle crisi, il punto è stabilire con quali mezzi lo fanno e che genere di processi avviano;

– la seconda prega di considerare il contesto internazionale attuale, distinto da crisi economica e occupazionale, tensioni sociali, incertezza, cambiamenti continui da fronteggiare.

Uno dei costituenti da cui discende il funzionamento o no dell’unione è il grado di cooperazione tra i coniugi o i compagni. Le regole e il loro rispetto statuiscono il grado di sanità o disfunzionalità della coppia. Altro fattore che può provocare uno stallo è un costante sbilanciamento di potere nella coppia irrigidendola e provocando segnali di indebolimento, calo del desiderio e della passione. Importantissimi sono anche l’adattabilità, l’aggregazione, la capacità e l’opportunità di manifestare le proprie emozioni. La principale causa della trasformazione di una crisi in separazione è collegata al fatto che le coppie non sono capaci di riconoscere il problema, non lo condividono e in conclusione non conoscono il modo per risolverlo. Queste coppie solitamente hanno difficoltà a riferire il conflitto in quanto temono  di accrescerlo e di non avere poi i mezzi per governarlo. Questo genere di coppie può defluire in una duplice mutazione: o decidono di farsi andar bene quello che gli si presenta e pertanto si convertono in una coppia che non comunica, o diventano rivali accaniti in una guerra dove non ci sono né vincitori, né vinti.

Franco Aquilar (1994), cerca di dare una risposta alla domanda: “perché si litiga?”. Secondo l’autore è importante sottolineare certe ragioni segrete dei litigi, in quanto queste ragioni sono così segrete che neppure i diretti interessati le sanno con piena coscienza. D’altro canto può essere che ognuno conosce le sue, ma è portato a considerare che non vale la pena informare l’altro perché “se glielo dico non vale, se ne deve accorgere da solo”. Purtroppo non esiste nulla di più pericoloso all’interno della coppia.

Gli uomini e le donne per loro stessa natura sono differenti sotto tanti punti di vista e questa differenza biologica tra i sessi inevitabilmente genera degli effetti sui comportamenti, sugli atteggiamenti e sulle abilità degli individui.

Vediamo ora come la pensano gli uomini (Giusti, Fusco, 2002c) e le donne:

I MASCHI SI ARRABBIANO PERCHÉ PENSANO:  “Non mi piace quando lei se la prende per la più piccola sciocchezza che faccio: mi sento criticato, respinto e non accettato”.  “Non mi piace quando comincia a dirmi come fare le cose, non mi sento ammirato, mi sento invece trattato come se fossi un bambino”. “Non mi piace quando mia moglie dà a me la colpa della sua in felicità: non mi sento incoraggiato ad essere il suo cavaliere dalla lucente armatura”.

 LE FEMMINE SI ARRABBIANO PERCHÉ PENSANO:  Non mi piace quando lui minimizza l’importanza dei miei sentimenti o delle mie richieste: mi sento trascurata e poco importante”.  “Non mi piace quando lui dimentica di fare le cose che gli chiedo e allora reagisco con astio, mi sembra di supplicare il suo aiuto”.  “Non mi piace quando mi rimprovera perché sono turbata: fa nascere in me la sensazione che per essere amata dovrei essere perfetta, ma io non sono perfetta”.

Aaron Beck (1990) ha individuato quattro convinzioni irrazionali, frequentemente utilizzate all’interno della coppia:

1. opinioni disfattiste: “il mio partner è incapace di cambiare”, “non c’è nulla che possa fare per migliorare il nostro rapporto”, “le cose non faranno che peggiorare”;

2. opinioni che si autogiustificano: è normale comportarsi come mi comporto io”, “è giusto pensare come la penso io”, “puoi dirlo a chiunque altro, parla con chi vuoi, tutti ti diranno che ho ragione io”;

3. opinioni basate sulla reciprocità: “non faccio il minimo sforzo se,, non lo fa anche il mio partner, per ballare il tango bisogna essere in due, non vedo perché dovrei cambiare solo io”; argomentazioni secondo le quali il problema è sempre dell’altro: “se ci mettiamo ad indagare sul nostro rapporto, il mio partner fa anche peggio”, “in me non c’è niente che non va: se il mio partner migliorasse tutto si sistemerebbe”, “il mio partner non si cura di rendere migliore il nostro rapporto”. Sembra a questo punto che non sia poi così difficile litigare e che la felicità di coppia possa essere messa a dura prova.

Nella crisi di coppia si verifica un temporaneo o eterno, nel caso in cui si sgretoli,  isterilimento della passione e dell’intimità, dando spazio all’edificazione di assegnazioni negative rispetto al partner. In queste coppie finché il partner non è certo di ciò che prova, non comprende bene i suoi sentimenti, non proferisce con il consorte e si forgia in un mondo tutto suo, nel quale valuta su questi sentimenti. Sarebbe invece necessario che l’insoddisfazione venisse proclamata. La parte che fa partire la rottura o la crisi è propensa poi a bramare appagamento all’esterno, stabilendo un circolo vizioso che la conduce a guardare il rapporto come chiuso, mentre l’altra parte incomincia a prendere atto delle difficoltà; in virtù di ciò per salvare la coppia è assolutamente indispensabile comunicare.

Altro fattore rilevante per cui le coppie entrano in crisi o uno dei modi mediante i quali desiderano uscirne, è il tradimento; un modo di agire inaccettabile e infame, molto diffuso; il tradimento si digerisce con molta difficoltà e chi lo patisce è travolto da un uragano di emozioni, dall’ira alla disperazione, procedendo per l’imbarazzo e l’inadeguatezza.. Nelle nuove relazioni il partner è considerato irripetibile e speciale, si riaccende il fulmine dell’innamoramento.

Come tradiscono le donne?. Le donne, legano la relazione clandestina ad un coinvolgimento emotivo e amoroso, la collegano ad un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla clandestinamente;

Come tradiscono gli uomini? gli uomini l’associano, invece, più al piacere sessuale e non avviano una relazione adulterina per ragioni di malcontento riguardo al coniuge, non hanno ampie problematicità a viverla in sordina, al contrario questo accresce il piacere della relazione.

Il tradimento segue un iter, si va da uno stadio dove ci sono incomprensioni non trattate o non chiarite e i consorti provano un senso di fine della relazione, a quello in cui si accresce il reale adulterio, il frangente dove la parte insoddisfatta cade nel rapporto adulterino. A questo livello l’adultero smentisce e l’altro fa in modo di non vedere i segni della relazione. Quando il tradimento viene rivelato; data la forte instabilità della coppia e del matrimonio, tutto cambia. La rivelazione conduce al disfacimento del matrimonio, il coniuge è perseguitato dal dilemma, ed è qui che si deve stabilire se dirigersi verso la rottura o la riappacificazione.

Quando una persona tradisce, i suoi sentimenti sono contraddistinti da fermento, compulsioni, turbamento; gli amanti sono coscienti che il loro agire porterà delle conseguenze, ma per il momento se le lasciano alle spalle, parlano caldamente, provando a colmare anni in tempi corti. Il tradimento è una relazione che non ha le ansie quotidiane della vita coniugale, né le pressature di abitare con un’altra persona, anche se l’infedele deve fare i conti con le pretese del coniuge da una parte e le richieste dell’amante dall’altra. Questo genere di relazioni possono durare un tempo fine a se stesso o fino alla morte di uno dei due amanti. Nel primo caso è spesso l’adultero a mettere fine alla storia, o si conclude perché il compagno ne è venuto a conoscenza. Generalmente i tradimenti in se hanno una vita abbastanza breve, da pochi mesi ad un anno o due. Trascorso tale termine la relazione ha la necessità di una svolta, pertanto o il matrimonio finisce o la relazione si pone in parallelo al matrimonio. In alcuni caso l’adultero riconosce i suoi peccati, smascherandosi, oppure il coniuge viene illuminato dell’accaduto da persone vicine; ma nella maggior parte dei casi il coniuge trova una traccia, come una ricevuta d’albergo o spostamenti lavorati. Un tradimento può riparare o rompere un matrimonio. Il suo senso sta nel messaggio e nel perché è stato fatto. La Brown (1991) ha individuato alcuni dei messaggi più generali che cela il tradimento:

Ti faccio pagare la poca attenzione per me;

Non voglio esserti così tanto necessario/a, Mi sono stancato/a

Non mi piaci ma non posso vivere senza di te, Aiutami ad andarmene

Un caro Saluto

Silvia Rossi