IL COUNSELING E LA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO

28.07.2015 10:05

Come ho accennato negli articoli precedenti, anche oggi tornerò a battere su un grande autore, J. Bowlby il quale accanto a Mary Ainsworth, ha sviluppato la teoria dell'attaccamento. Questa teoria ha dimostrato che le esperienze di attaccamento portano il soggetto alla costruzione di modelli operativi interni, interpretati come sistemi personali di costrutti o rappresentazioni relativamente stabili di se stessi, degli altri, della realtà.

Secondo Bowlby mediante l'interazione tra madre e bambino si viene a creare un modello della figura di attaccamento che porta a percepire il bambino come amato o non amato, oppure a rispondere al quesito: sono amabile o non sono amabile? A seconda del genere di risposta che il bambino avrà da queste specifiche domande svilupperà un tipo di attaccamento, così distinto: "attaccamento sicuro; attaccamento insicuro - evitante o evitante angoscioso; attaccamento insicuro ambivalente o di resistenza angosciosa; attaccamento disorientato - disorganizzato". I diversi generi di attaccamento saranno condizionati dal tipo di rapporto che il bambino avrà con la madre, da come avrà affrontato le separazioni e le minacce di abbandono, e per ultimo da come avrà sperimentato il mondo esterno con la figura di attaccamento. 

ATTACCAMENTO SICURO: In questo primo tipo, i bambini sono angosciati dalla separazione, piangono e cercano intensamente la propria madre. Nel momento in cui la madre torna, l'accolgono con grande gioia, cercano conforto nel contatto fisico, poi tornano a giocare contenti e appagati. Questi bambini si dimostrano felici di stare con la propria mamma, ma allo stesso tempo sono anche in grado di stare soli. Le madri che incoraggiano questo tipo di attaccamento sono accorte a percepire i segnali comunicativi dei figli, pronte ad accogliere qualsiasi risposta possibile; pazienti verso le carenze della prole; abili a non idealizzare né se stesse e né i propri genitori; capaci di parlare di vicende tristi o dolorose senza nasconderle o mutarle eccessivamente nei contenuti; si fidano degli altri e hanno una visione ottimistica del mondo.  Il bambino è amato per quello che è e non per ciò che fa, ed è proprio per questo che si accosta alla figura di attaccamento sicuro, in quanto in lui si innesca il meccanismo: io credo in te, quindi mi fido; tu credi in me, quindi io ho fiducia in me stesso... Il bambino con attaccamento sicuro si sente protetto e sa di poter ricevere conforto ed aiuto nel momento del bisogno, quindi al tempo stesso, sotto la giusta supervisione per la sua sicurezza da parte della madre, può esplorare il mondo esterno. Il genere di relazioni che sperimenterà questo futuro adulto saranno condizionate dall'IO SONO OK, QUINDI TU SEI OK; sarà pertanto in grado di avere relazioni stabili ed intime, di scegliere partner sicuri, di separarsi, quando necessario, gestendo in maniera positiva la solitudine e per finire avrà stima di se stesso. Il tipo di conoscenza che il bambino svilupperà sarà di ricerca continua, di esplorazione, di accettazione del dubbio (ossia sarà in grado di accettare, senza per questo sentirsi annullato, minimizzato, svalutato, l'invalidazione o la dubbiosità della proprie certezze).

ATTACCAMENTO INSICURO - EVITANTE O DI EVITAMENTO ANGOSCIOSO: Nell'insicuro - evitante i bambini non manifestano schietti segnali di angoscia alla separazione dalla madre. Al suo rientro viene letteralmente ignorata, rivolgono lo sguardo altrove, si scostano o la evitano. Questi piccoli piuttosto che interpellare la madre per il soddisfacimento dei propri desideri e bisogni, si occupano di altro andando a sviluppare un'autosufficienza forzata. Il bambino insicuro vive un senso di non piacimento, di non essere amabile, pertanto prova rabbia e tristezza per l'inattendibilità della madre. Da qui sprigionano diversi tratti, come una forte fiducia in se stessi, una tendenza a vivere la propria vita emotiva senza amore, a non chiedere sostegno ed aiuto agli altri, e al rifiuto di ogni debolezza dentro se stesso, all'idea, sempre nascosta di non sentirsi amabili, alla forzata richiesta dell'esplorazione, per evitare ogni momento di intimità. Le madri sono riconosciute come distanzianti in quanto hanno la tendenza a respingere il figlio quando si accosta per chiedere conforto o approvazione; quando hanno una scarsa competenza emotiva, una mimica povera, rigida ed inespressiva degli stati emotivi; sono ostili al contatto fisico, hanno pochi ricordi di infanzia ed idealizzano i propri genitori. Per quanto concerne le relazioni adulte avranno paura di perdere il partner, di essere abbandonati, di non avere certezze, di essere rifiutati; sono inclini a vivere una vita senza amore, facendo anche a meno del sostegno degli altri; fuggono da qualsiasi legame profondo e stabile. Sono persone che tenderanno a vivere la propria vita senza legami, a cercare amori impossibili e difficili; chiedono al partner continue prove di amore, fino a giungere al rifiuto; possono sviluppare autarchia affettiva o tendenza a soccorrere. Lo stile cognitivo è di immunizzazione, ossia siccome sono certi del rifiuto evitano di confrontarsi, accusano e si ritirano. Nei soggetti adulti possono svilupparsi alcune particolari disturbi, che sto solo ad elencare ma lascio a chi dovere, che sono: depressione, disturbo di personalità schizoide, schizotipico o paranoide.

ATTACCAMENTO INSICURO - AMBIVALENTE O RESISTENTE: I bambini sono fortemente angosciati alla separazione dalla madre, ma al suo rientro non mostrano segni di conforto. Questi bambini cercano il contatto fisico (stringono con forza la madre senza staccarsi da lei), ma alternano anche momenti di rabbia in cui le resistono, scalciano, scappano o lanciano i giochi che gli vengono proposti. In questo attaccamento il bambino non fidandosi della madre non riesce a fidarsi di se stesso, vedendosi negativamente e non sentendosi amato ed adeguato. Le madri definite preoccupate, sono madri che danno al piccolo risposte poco costanti, a volte accorrono al pianto, delle altre lo lasciano in balia di se stesso; ipercontrollanti ed intrusive; hanno una visione negativa del mondo e tendono a minacciare spesso il bambino di abbandonarlo (es: se ti comporti così male la mamma ti manda via). Questo genere di comportamenti porteranno il piccolo a temere costantemente la separazione, a mettere fine ad ogni tentativo di scoperta del mondo, a ricercare costantemente la sua protezione, dipendendo, adattandosi e negando a se stesso ogni forma di libertà. Come potrebbe essere questo futuro adulto? potrebbe essere una persona che va alla ricerca di rapporti stretti e protettivi, dove la protezione e la sicurezza acquistano un ruolo di spicco rispetto all'amore, vivendo con il concetto: IO NON SONO OK, TU SEI OK, dove il bisogno di dipendenza prevale sul desiderio di amare. Il soggetto cerca solo l'attaccamento come forma di dipendenza, non di amore. Chi fa parte di questa categoria può arrivare ad abbandonare qualcuno solo se non si sente abbastanza protetto, o se si sente completamente privato della propria libertà. Prova emozioni di rabbia e senso di colpa. Lo stile cognitivo è di evitamento. Evita pertanto l'inaspettato, le novità, le nuove scoperte e conoscenze. A titolo di elenco cito i possibili disturbi che si potrebbero sviluppare, lasciando sempre ciò al personale e strutture competenti, ossia: fobia, i disturbi di personalità evitante, dipendente, ossessiva.

ATTACCAMENTO DISORIENTATO - DISORGANIZZATO: I bambini risultano confusi e contradditori nei comportamenti, per esempio al ritorno della madre si possono avvicinare per abbracciarla, poi di colpo cambiare direzione, oppure restare improvvisamente impietriti e poi tornare a fare dell'altro, o ancora emettere dei suoni incomprensibili, o buttarsi a faccia in giù, in altri casi possono infierire contro se stessi, magari ferendosi o ancora producendo danni fisici ad animali. Le madri di questi bimbi hanno dei comportamenti incongrui e contradditori. Alcune di esse possono essere affette da serie disturbi, come la depressione bipolare, possono essere state vittime di violenze o hanno subito abbandoni, pertanto quando tendono ad avvicinarsi al bambino per proteggerlo lo fanno con il volto coperto dalla paura e dalla disperazione, generando la risposta opposta a quella desiderata. Oltre a questi casi, poi ci sono quelle madri che attivano comportamenti abusanti, con punizioni fisiche importanti o aggressione verbale forte. I comportamenti sopracitati suscitano nel bambino il blocco irrisolvibile nell'idea paradossale di dover cercare protezione in chi lo minaccia e doversi legare sempre più a chi lo spaventa. Tutto ciò comporterà nel bambino momenti di forte rabbia incontrollabile e confusione. Diversi sono anche in questo caso i comportamenti che si possono manifestare in età adulta, infatti si possono trovare comportamenti di paralisi ed inibizione con il rischio di cadere vittima di situazioni pericolose o congelamento di ogni forma di aggressività, oppure comportamenti rabbiosi, impulsivi ed esplosivi oppure di schiavizzazione dell'altro che viene trattato come un oggetto su cui imporsi, o ancora l'incapacità di mantenere relazioni stabili, causata da una paura forte di essere abbandonato o momenti di onnipotenza assoluta. I disturbi che potrebbero interessare questi soggetti adulti si identificano in: disturbo di personalità narcisistico, istrionico, borderline, antisociale. Le conseguenze dell'attaccamento insicuro determinano le seguenti condizioni: l'inconciliabilità tra esplorazione ed attaccamento; l'incapacità di provare emozioni; l'incapacità di separarsi e provare la solitudine esistenziale. Lo stile di attaccamento può almeno in parte essere cambiato. Un bravo counselor o chiunque altro abbia le credenziali per poterlo fare, può aiutare in questo mediante prima di tutto l'ascolto, la presenza, l'esserci nel momento di necessità; rendendo inoltre il soggetto aperto a prendere in esame le infinite possibilità in cui si ama, sia la disponibilità ad amare ciò che si possiede. La persona in causa, può inoltre essere aiutata a prendere consapevolezza della modalità con cui distorce le immagini di sé e degli altri, in relazione alle esperienze dolorose del passato; come a stimolare la capacità di affrontare la perdita ed il distacco, la separazione e la solitudine esistenziale.

 Ho ritenuto opportuno elencare anche possibili disturbi che potrebbero presentarsi nel soggetto adulto, questo perché escludo in assoluto la possibilità di andare contro i principi del counseling psicobiologico e cercare necessariamente il disturbo, la malattia, ma credo che conoscere aiuti a comprendere quando sia opportuno indirizzare il soggetto da chi di competenza.

 

Un caro Saluto

Silvia Rossi 

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

Counseling ad orientamento umanistico - esistenziale. Franco Nanetti. Collana diretta da Mario Rizzardi 

Fondamenti di psicologia dello sviluppo - Guido A. Morina, Marco Sorrentino- E-book Morina Editore 

La teoria dell'attaccamento - Guido A. Morina, Marco Sorrentino 

Rappresentazioni mentali: elaborazione delle informazioni e costruzione della realtà - Guido A. Morina 

 

SITOGRAFIA: 

MOOC Uninettuno: affetti e relazioni interpersonali